Siamo ormai prossimi all’inizio dell’estate. Un tempo dove si va in vacanza. Anche l’oratorio va in vacanza! Ma non nel senso che chiude i battenti fino a settembre, ma nel senso che si attiva in modo nuovo per accompagnare l’estate dai più piccoli ai più grandi, in un’avventura coinvolgente e avvolgente, fatta di stare insieme, giochi, danze, sfide, attività creative e ricreative, che non sia solo per “riempire il tempo”, ma diventi occasione per fare esperienza di Gesù e esperienza di vita buona secondo il Vangelo.
L’Oratorio estivo 2022 mette al centro le emozioni. Prosegue il percorso proposto dagli oratori delle diocesi lombarde di attenzione alla vita concreta dei ragazzi che abbiamo iniziato lo scorso anno con Hurrà!, nella prima estate dopo le chiusure imposte dalla pandemia.
Perché le emozioni? Perché la vita non è solo dentro di noi. Ma è tutta intorno a noi e noi ne siamo parte. Le emozioni ci ricordano che siamo tutti interconnessi. Non solo tra essere umani ma con la natura, con gli animali. Siamo essere viventi che abitano una casa comune. E allora scopriamo le nostre emozioni e con queste abitiamo il mondo.
Perché le emozioni? Perché richiedono interpretazione. Non basta sentire. Serve anche capire. Quante emozioni si muovono dentro di noi accese dai fatti più ordinari della vita quotidiana, e da quelli eccezionali come una pandemia o una guerra! Quanto poco tempo per ascoltare noi stessi, quanto poco tempo per ascoltare gli altri! Spesso accade di trovarsi da soli di fronte al nostro mondo interiore, imprigionati nel groviglio di tanti pensieri ed emozioni a cui non sappiamo dare un nome. L’animazione dell’oratorio feriale di questa estate, facendoci giocare insieme, ci aiuta ad interpretare le nostre emozioni e i nostri vissuti per crescere come persone libere. E vuole aiutarci ad orientare le nostre energie verso il bene, perché orientando verso il bene la nostra vita diventiamo persone libere.
L’oratorio fa questo: accoglie la vita dei ragazzi, degli adolescenti e dei giovani… e anche degli adulti. Perché nell’oratorio tutta la comunità si coinvolge e si esprime. L’oratorio non è un lavoro. Non un obbligo imposto dalla Chiesa. Nemmeno un dovere morale. L’oratorio è l’espressione naturale di una comunità che vibra di vita e di gioia. Per questo l’animazione del suo tempo e delle sue esperienze non è affidata a dei professionisti di mestiere, ma alla generosità di volontari adolescenti, giovani e adulti, che con gioia mettono a servizio del bene la loro vita, in modo libero e disinteressato. E’ così che il Vangelo viene testimoniato: nella vita e con la vita.
Il credente riceve il dono della fede non per trattenerlo, ma per portarlo. Ogni missione ha un mandato e una finalità. Così Gesù è stato mandato dal Padre per salvare tutti gli uomini. Gli Apostoli sono stati mandati da Gesù in tutto il mondo per annunciare la sua Parola e fare discepole tutte le genti. San Paolo, rivolgendosi con il discepolo Timoteo, alla comunità cristiana di Corinto, scrive così: «Siamo i collaboratori della vostra gioia». (2 Cor 1,24). E’ così che si vive il servizio: con la gioia di essere a servizio della gioia degli altri. E con la gioia di scoprire che la propria vita, spesa nel servizio, è una vita che serve.
Lo scorso anno davvero tante persone giovani e adulte si sono lasciate coinvolgere in diversi modi nel dare un po’ del loro tempo in una esperienza che per via di tutte le restrizioni sembrava impossibile da realizzare, e invece si è rivelata sorprendente.
Mi auguro che anche per questa estate saremo in tanti a rispondere a questa chiamata per essere presi a servizio della gioia, nel nome di Gesù! Il salmo 15 fa una promessa a chi si lascia condurre dal Signore che chiama: una promessa carica di emozioni: “Mi indicherai il sentiero della vita, gioia piena nella tua presenza, dolcezza senza fine alla tua destra”.
don Andrea